Questa la lettera pubblicata sul British Medical Journal, scritta da un gruppo di medici italiani impegnati nella cura dei pazienti affetti da coronavirus.
L’ho tradotta dall’inglese e non sono molto ferrata in materia, ma è comunque ben comprensibile il messaggio.
Il titolo: I medici italiani chiedono di proteggere gli operatori sanitari e di rafforzare la sorveglianza della comunità durante l’epidemia di Covid-19
“Mentre l’Italia sta vivendo una situazione drammatica a causa della diffusione dell’infezione da Covid-19, sembra che possiamo fare di più per proteggere i medici e tutti i lavoratori dell’ospedale, inclusi infermieri, terapisti, tecnici e personale di supporto.
Oltre ai rischi personali che i medici e gli operatori sanitari stanno affrontando direttamente – evidenziati dalla morte del primo medico di medicina generale e delegato nazionale per la formazione medica continua Dr. Roberto Stella a Varese – gli ospedali e il personale medico rappresentano un possibile veicolo di diffusione dell’infezione da Covid-19. [1]
Il New England Journal of Medicine ha affrontato il problema dell’enorme percentuale di soggetti infetti che rimangono asintomatici e il loro ruolo nella diffusione delle epidemie. [1]
Allo stesso tempo, come sottolineato dal direttore generale dell’OMS Tedros Ghebreyesus, è stato dimostrato che in Cina circa il 41% dei casi di Covid-19 confermati a Wuhan derivava da una trasmissione correlata all’ospedale. [2]
Un modello incentrato sull’ospedale si è dimostrato inadeguato nell’affrontare l’epidemia di coronavirus. In realtà, le epidemie devono essere contrastate attraverso una sorveglianza della comunità ben pianificata a livello locale, identificando e isolando a casa casi sospetti o sintomatici. Ciò è diventato evidente poiché interi ospedali in Italia sono stati chiusi a causa della diffusione dell’infezione tra un certo numero di medici e infermieri.
Al 22 marzo, 4824 operatori sanitari erano stati infettati dal nuovo coronavirus (9% dei casi totali) con 24 medici morti: queste cifre sono peggiori di quelle osservate in Cina (3300 operatori sanitari infetti e 23 medici morti).
Emerge che la protezione degli operatori sanitari è un fattore cruciale sia per il controllo dell’epidemia sia per continuare a fornire tutte le cure necessarie alle persone con infezione da Covid-19, nonché a tutti gli altri pazienti che necessitano di trattamenti a casa o in ambiente ospedaliero. [3]
Oltre a un’adeguata fornitura urgente di dispositivi di protezione delle vie respiratorie e di abiti monouso, che sono inaccettabilmente ancora carenti nel mezzo delle epidemie, proponiamo di fornire almeno a tutti gli operatori sanitari sintomatici test a risposta rapida – registrati presso il Ministero della Salute italiano – che presentano una capacità del 100% di rilevare casi negativi (altissima specificità) e rendono disponibile il risultato in un tempo compreso tra 15 e 45 minuti, a seconda dei diversi prodotti.
Questi test a risposta rapida dovrebbero essere sistematicamente forniti almeno agli operatori sanitari che mostrano qualsiasi possibile sintomo di infezione da Covid-19 (anche lieve e in assenza di febbre), nonché a coloro che sono noti per essere stati in contatto con casi sospetti o confermati. In questo modo, i servizi sanitari saranno sicuri che il personale con risultati negativi possa iniziare a lavorare in ospedale, ambulatori o strutture di assistenza a domicilio e a lungo termine per anziani e pazienti critici. I test a risposta rapida eseguiti su operatori sanitari devono essere confermati da tamponi faringei (due volte nella stessa settimana) e testati con le metodologie più affidabili basate sulla PCR, i cui risultati vengono generalmente forniti entro 48 ore”.
Di seguito il link per la lettura del testo in inglese.
https://www.bmj.com/content/368/bmj.m1065/rr-5
I riferimenti
1. Rosenbaum L. Facing Covid-19 in Italy—Ethics, Logistics, and Therapeutics on the Epidemic’s Front Line. New England Journal of Medicine. 2020 Mar 18.
2. Wu Z, McGoogan JM. Characteristics of and important lessons from the coronavirus disease 2019 (COVID-19) outbreak in China: summary of a report of 72 314 cases from the Chinese Center for Disease Control and Prevention. JAMA 2020 February 24
3. Chang D, Xu H, Rebaza A, Sharma L, Dela Cruz CS. Protecting health-care workers from subclinical coronavirus infection. Lancet Respir Med 2020;8(3):e13-e13.
Gli autori
Filippo Anelli, President of the Italian Federation of Medical Professional Associations (FNOMCEO), Rome
Cosimo Nume, Medical Professional Association (OMCEO) of Taranto
Prisco Piscitelli, UNESCO Chair on Health Education and Sustainable Development, Federico II University, Naples, Italy – Medical Professional Association (OMCEO) of Lecce
Alessandro Miani, UNESCO Chair on Health Education and Sustainable Development, Federico II University, Naples, Italy – Medical Professional Association (OMCEO) of Milan
Roberto Carlo Rossi, Medical Professional Association (OMCEO) of Milan
Ernesto Burgio, Medical Professional Association (OMCEO) of Palermo
Donato De Giorgi, Medical Professional Association (OMCEO) of Lecce
Luigi Peccarisi, Medical Professional Association (OMCEO) of Lecce
Ivan Gentile, UNESCO Chair on Health Education and Sustainable Development, Federico II University, Naples – Division of Infectious Diseases, University Federico II, Naples
Maria Triassi, UNESCO Chair on Health Education and Sustainable Development, Federico II University, Naples – Director of Public Health Department, University Federico II, Naples
Annamaria Colao, Chair on Health Education and Sustainable Development, Federico II University, Naples