Leggendo un articolo del giornale L’Arena del 9 luglio 2011, dedicato all’inaugurazione del nuovo acceleratore lineare in Radioterapia a Legnago, mi hanno colpito alcune inesattezze che potrebbero turbare chi in un servizio di Radioterapia è costretto a entrare come paziente.
Io in Radioterapia opero come tecnico, ma ora parlo come paziente trattata e ancora in cura farmacologica.
L’appellativo di “ultra efficace Linac” può essere utilizzato per entrambi gli acceleratori presenti nel servizio di Radioterapia dell’Ospedale Mater Salutis di Legnago.
L’acceleratore lineare per Radioterapia è una macchina in grado di produrre fasci di elettroni e di fotoni ad alta energia che, opportunamente collimati, vengono fatti incidere sul volume bersaglio.
L’ MLC (Multi-Leaf-Collimator) o Collimatore multilamellare, che
permette di conformare il fascio radiante in maniera da irradiare l’area corporea da trattare e risparmiare gli organi e i tessuti sani circostanti, è parte integrante di entrambe le apparecchiature.
La IORT (Intraoperative Radiation Therapy), la radioterapia intraoperatoria, non mi risulta ancora applicata nel Servizio di radioterapia citato.
Per quanto riguarda la velocità e la riduzione dei tempi di trattamento, mi permetto di ricordare che un trattamento radioterapico non ha nulla a che vedere con una gara automobilistica.
Aggiungerei inoltre che la qualità di un trattamento dipende da innumerevoli fattori, non solo strumentali.
Il malato oncologico in particolare non è solo un organo da trattare, non va identificato con la sua malattia.
Il malato oncologico è una persona cui va dedicato il tempo “necessario” e questo tempo non va confuso con i tempi calcolati meticolosamente per ogni campo di trattamento.
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