“La diossina è un cancerogeno IA IARC multiorgano, non mutageno, persistente con azione di promotore che agisce con verosimili meccanismi epigenetici che aprono la strada a traslocazioni e risulta coinvolta in neoplasie la cui incidenza sta drammaticamente aumentando quali il cancro alla mammella e i linfomi”.
Dalla relazione presentata da Patrizia Gentilini nel corso della sessione Ambiente e Tumori a Verona al X Congresso Nazionale AIOM
“Tra i cancerogeni spicca la diossina, termine con il quale si indicano una serie di composti chimici appartenenti alle policlorodibenzodiossine (PCDD) e ai policlorodibenzofurani (PCDF), per un totale di 210 molecole tossiche, cui vanno aggiunte 12 molecole appartenenti al gruppo dei policlorobifenili (PCB diossina-simili” o complanari).
Le PCDD e i PCDF non hanno utilità per l’uomo e non sono prodotte intenzionalmente. Le diossine (policlorodibenzodiossine e policlorodibenzofurani) e i policlorobifenili diossina-simili rappresentano un quarto delle sostanze chimiche definite come inquinanti organici persistenti (POP = Persistent Organic Pollutants).
Le diossine sono caratterizzate da un’elevata persistenza nell’ambiente, da un’elevata liposolubilità (si legano al tessuto grasso animale e umano, oltre che nel latte, anche materno) e dalla tendenza ad accumularsi negli organismi animali e nell’uomo. Inoltre le diossine rientrano anche nel gruppo dei Distruttori Endocrini (= Endocrine Disrupters), che alterano la funzionalità del sistema endocrino e interferiscono col sistema riproduttivo, con gli ormoni steroidei, con la tiroide e a molti altri livelli.
La diossina produce una molteplicità di effetti sull’organismo umano: tossicità cutanea (cloracne), endometriosi, disturbi della funzione riproduttiva (maschile soprattutto), diabete mellito, alterazioni del sistema endocrino (tiroide per lo più), teratogenicità (malformazioni dei feti), effetti neurologici, immunotossicità, cancerogenicità.
La diossina è un potente promotore tumorale, ossia favorisce la progressione di un tumore una volta che la trasformazione neoplastica sia già stata provocata.
Ciò significa che, qualora si sia già prodotta una mutazione genetica che abbia innescato la trasformazione neoplastica di una linea cellulare, l’esposizione alla diossina accelera la moltiplicazione delle cellule maligne.
Dunque la diossina favorisce la progressione dei tumori e quelli di più frequente associazione risultano essere: i linfomi non Hodgkin, le leucemie acute (talora mortali in circa un mese), il mieloma multiplo, i tumori del seno (in aumento nel nostro Paese), tumori del fegato, del retto e dei muscoli (sarcomi)”.
Prisco Piscitelli
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